Martedi, 26 Agosto 2025
11:30 - 11:59
Quei geni del sesso
A partire dal prossimo 1° settembre, in atletica leggera, diventerà obbligatorio eseguire un test genetico per stabilire quali atlete rientrano nella categoria femminile. Il test si chiama SRY (da "Sex-determining region Y protein") e prende il nome dal gene presente nel cromosoma Y preposto allo sviluppo di cellule dell'apparato genitale maschile. In sua assenza, si sviluppano organi genitali femminili. La determinazione del sesso delle atlete sembrerebbe dunque risolvibile in base all'esito di questo semplice test? In realtà le cose sono molto più complicate, perché ci sono altri fattori genetici che determinano il sesso; inoltre il cromosoma Y può essere presente anche in persone con genitali esterni femminili. E poi come come può applicarsi un simile test alle persone transessuali, intersessuali, o con altre differenze dello sviluppo sessuale? Ci sono altre vie percorribili per certificare l'ammissibilità o meno alle gare femminili? Sono le domande che giriamo a Giuseppe Novelli, genetista al Policlinico Tor Vergata di Roma, e a Silvia Camporesi, bioeticista, docente di Sport Integrity and Ethics all'Università KU Leuven in Belgio e autrice di "Partire (s)vantaggiati? Corpi bionici e atleti geneticamente modificati nello sport" (Fandango collana Icaro, 2023). Al microfono Elisabetta Tola