Leggere il passato con l'IA

Dal mondo antico ci sono pervenuti molti testi di non facile lettura. Alcuni perché sono difficilmente apribili, come i papiri di Ercolano, rimasti carbonizzati nell'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. e quasi tutti troppo fragili per essere srotolati. Altre volte è la loro stessa straordinaria complessità di scrittura a renderne difficile la lettura, come i testi dell'antico Egitto redatti in ieratico, i cui stili cambiano moltissimo da un papiro all'altro. E poi ci sono testi lacunosi, come le tavolette micenee del 2° millennio a.C. ritrovate a Cnosso, sull'isola di Creta, scritte in Lineare B, oppure testi nascosti, come quelli racchiusi nelle bende che avvolgono le mummie egizie. In questi anni le tecniche di intelligenza artificiale stanno aiutando gli studiosi ad accedere a molti di questi documenti, mettendo a disposizione degli archeologi una enorme quantità di nuovi dati e di nuove informazioni, come ci raccontano Federica Nicolardi, ricercatrice in papirologia dell'università degli Studi di Napoli Federico II e membro del comitato accademico della "Vesuvius Challenge" e Andrea Barucci, ricercatore dell'Istituto di fisica applicata "Nello Carrara" del CNR, esperto di sistemi di intelligenza artificiale basati sul riconoscimento delle immagini. Al microfono Paolo Conte