Rai Storia 18:25 - 19:19
'E adesso pover'uomo'. La serie si occupava di raccontare gli Anni Trenta in Europa, e Biagi la impostò più che sulle ricostruzioni e sulle immagini di repertorio, sul racconto diretto. Diretto, in quanto compiu - to in prima persona dai suoi intervistati, ma volutamente 'collaterale', si direbbe, nelle tematiche. Più che rievocare i grandi eventi della Storia, il giornalista chiede ai suoi intervistati di ripercorrere con tratti che si potrebbero definire impressionisti le atmosfere di vita di quell'epoca. Appare logico che ospitando testimonianze di personaggi come Alberto Moravia, come Paola Borboni, come Renato Rascel, il fuoco della trasmissione non sia puntato sulla scientificità del racconto, ma piuttosto sulle capacità evocative, sull'affabulazione. Ma Biagi è pronto a contraddire, con un colpo di teatro, la sua stessa scelta narrativa: tra i suoi 'ospiti' c'è anche il figlio del Presidente Americano Roosevelt. Con la sua testimonianza torniamo al centro esatto della Grande Storia. Biagi rievoca la grande crisi del 1929, la depressione che ne seguì, in Europa e negli Stati Uniti, dove la crisi si era generata. Cerca soprattutto di portare alla luce, nei racconti dei suoi intervistati, come e quanto in quegli Anni Trenta in cui il fascismo era diventato l'unica dottrina nazionale, fosse percepita la gravità della situazione, ci si accorgesse cioè di essere sull'orlo del precipizio. Particolarmente significativo, in questo senso, sembra essere il racconto di Renato Rascel. L'attore, nel 1939, scriveva la canzone 'E' arrivata la bufera', il cui testo sembra alludere, seppure indirettamente, al rapido precipitare degli eventi nella direzione della catastrofe. Il messaggio, in quel tempo, non poteva essere diretto. Il sentire degli italiani doveva essere traslato in una canzonetta che oggi chiameremmo 'demenziale' da un attore comico. E questo, per noi contemporanei, sembra essere qualcosa di più di un deja-vu. - di Enzo Biagi (1982)