Rai Storia 18:35 - 19:34
'Sei condanne, due evasioni'. La fuga, nell'Italia fascista, non è solo un'esperienza pratica, reale e non di rado necessaria: è anche una risorsa 'morale', una 'medaglia' da ostentare in faccia ai propri aguzzi - ni. Fuggire è dire no, con intransigenza, ad un modello obbligato di vita comunitaria che non si condivide. Dire no, e rilanciare. Perché non stiamo parlando certo di fuga dalle responsabilità, almeno non nei casi qui in esame oggi. Semmai, in gioco, c'è proprio l'opposto: fuga dall'omologazione, dall'uniformazione, dalla sottomissione. Chi fugge, in questo senso, è profondamente determinato ad assumersi il peso della propria individualità e delle scelte che da essa derivano. Al centro del racconto filmato dal titolo 'Sei condanne, due evasioni' a cura di Enzo Biagi, sta non per nulla la figura di Sandro Pertini ed il suo vitale impegno nell'antifascismo. Un'altra Italia era possibile nella mente di quei giovani che, come Pertini, dicevano no, e provavano a costruire un'alternativa. Per rifiutare costruttivamente un modello, però, bisogna conoscerlo. Chi meglio di Pertini, allora, intervistato nel 1982 (dunque in un momento culmine della sua popolarità) da un giornalista di razza come Biagi, può aiutarci a ricostruire cosa è stato il fascismo per una generazione cui la Storia ha imposto quasi come un'investitura di diventare rappresentativa? Facciamoci allora guidare, in questo percorso di comprensione e di approfondimento, direttamente dalle sue parole. Sono le parole di un uomo che, comunque si voglia guardare, ha contribuito a fare buona parte della storia italiana del Novecento. - di Enzo Biagi (1982)